Transition Culture

An Evolving Exploration into the Head, Heart and Hands of Energy Descent

Transition Culture has moved

I no longer blog on this site. You can now find me, my general blogs, and the work I am doing researching my forthcoming book on imagination, on my new blog.


16 May 2007

Transition Towns In Italian (and Mexican).

cdsIt’s not every day that Transition Towns stuff is translated into Italian, but with the recent coverage in the Guardian, foreign papers are getting in touch and running articles. Here is one, in Italian, and seemingly quite balanced. They aren’t all quite so rational. A few weeks ago a Mexican reporter rang me up, and the main thrust of her interview, in not very good English, was to what extent Transition Towns was like John Lennon’s ‘Imagine’ (an exceptionally odd question). She sounded positively disappointed when I told her that I had grown up drawing far more inspiration from the Buzzcocks than ‘Imagine’. The final article turned up the other day, all in Spanish so I couldn’t make head nor tail of it, but bizzarely the article’s lone illustration was of a caravan park, which we are positive is nowhere near Totnes. Ah, tis a wonderful world.

**I primi progetti: energia dal sole e riscoperta degli antichi mestieri**
**Petrolio al bando, ecco le transition town**
From Corriere della Sera, 20th April 2007.

Sempre di più in Gran Bretagna le città che puntano ad una riconversione ecologica eliminando auto, plastica, viaggi aerei…
Uno scorcio di Kinsale, in Irlanda, una delle prime “transition town”.

LONDRA (Gran Bretagna) – Come proiezione è preoccupante: tra cinque anni avremo consumato metà delle riserve naturali di greggio. Questo, almeno, è quanto sostiene Rob Hopkins, docente universitario e fondatore di un movimento che in Gran Bretagna e in Irlanda sta prendendo piede a ritmo sostenuto. Si chiama Transition towns (www.transitiontowns.org) e l’obiettivo è di convertire centri abitati a un’esistenza ecologica che faccia a meno del petrolio e dei suoi derivati. Niente auto, insomma, e niente plastica, addio cibi esotici in arrivo dall’altro capo del mondo, addio partenze in aereo.

**GOVERNO ASSENTE**

Il governo parla di riforme verdi, ma alla fine non cambia niente», ha sottolineato Hopkins in una recente intervista al Guardian. “Il nostro movimento è per chi è stanco di aspettare e alle parole preferisce misure concrete”. Un richiamo che la gente ha sentito. Perché è questa la differenza tra Transition Towns e altre organizzazioni che si battono per una maggiore sensibilità ecologica.
Il gruppo di Hopkins passa la palla ai cittadini. Che siano loro a movimentare il governo dando il la e avviando iniziative efficaci e a
basso costo.

**PRIME ESPERIENZE**

Apripista è stata Kinsale, in Irlanda, dove l’iniziativa, partita l’anno scorso, ha ottenuto anche il sostegno finanziario del Comune (che ha contribuito con una cifra moderata, 5,000 euro, ma “è sempre meglio di niente”, sottolinea Hopkins). Le abitudini maturate nel corso di mezzo secolo non si cambiano da un giorno all’altro, ma tentar non nuoce. Così i Transition Townies – questo il nome di coloro che aderiscono al movimento – stanno facendo una campagna educativa nelle scuole per convincere istituti e studenti
della necessità di raggiungere le aule non su quattro ruote, ma due: in bicicletta. E perché no, dato che grazie a Transition Towns ci sono oggi a Kinsale più piste ciclabili dell’anno scorso? Non è che l’inizio. Perchè come in tutti i centri “transizione” – e sono già
diversi, Totnes, Falmouth, Moretonhampstead, Lewes, Ottery St Mary, Stroud, Ivybridge, Lampeter, nonchè il quartiere di Brixton a Londra e l’intera città di Bristol – l’accento non è solo sul trasporto, ma anche su tecniche di agricoltura sostenibili, sul consumo di prodotti locali, sull’energia alternativa.

**SOLE E ANTICHI MESTIERI**

A Totnes, nel Devon, l’obiettivo è di installare, entro luglio, pannelli solari su 50 abitazioni, un esperimento che se avrà successo verrà esteso a tutta la cittadina. E dato che la presenza di greggio e petrolio ha da una parte semplificato la vita, ma dall’altra «creato una generazione che ha dimenticato arti antiche», ecco una serie di seminari per «rieducare la gente ai mestieri dei loro genitori». Come crescere le verdure nell’orto, come bruciare la legna nel modo meno dannoso per l’ambiente, come fare il pane, come rammendare le calze, come cucinare usando solo prodotti stagionali: dal giardino alla tavola, in pratica, senza bisogno di supermercati, di cipolle spagnole o fragole cilene.

**COMUNITA’ E APPARTENENZA**

Secondo Duncan Law, “townie” volontario di Brixton, si tratta di un progetto che crea un senso di comunità e di appartenenza. “In genere il messaggio sull’ambiente è esclusivamente negativo, la filosofia di Transition Towns invece è positiva, nel senso che tutti possiamo fare qualcosa e, nel nostro piccolo, cambiare il mondo. In un quartiere come Brixton, dove non c’è un grande senso
di solidarietà e ci sono vicini di casa che si conoscono appena, un’iniziativa che unisce la gente nel bene comune non può che essere benvenuta”.

Paola De Carolis